Il 15 settembre scorso è partita la 28^ edizione del Premio Sele d’Oro Mezzogiorno e durerà fino al prossimo 22 settembre nella cornice del piccolo borgo di Oliveto Citra (Sa), nella valle del Sele, affacciato sui panorami mozzafiato dei massici montuosi dei Picentini, Eremita e Marzano e Alburni. Gli stessi panorami che ieri dal belvedere del castello Guerritore, in cima al centro storico, hanno contemplato gli ospiti della prima giornata del Premio accompagnati dal Presidente dell’Ente Premio Carmine Pignata e il Sindaco di Oliveto, Italo Lullo.
L’apertura, alle 18.30, è stata affidata allo scrittore, fotografo e filmaker pugliese (irpino d’adozione) Carlos Solito con la presentazione della sua mostra “SUD – Sguardi Uomini Donne”. “SUD” per la collocazione geografica dei luoghi del nostro Mezzogiorno è anche, nella sua scissione letterale, un acronimo: “Sguardi Uomini Donne”, il sottotitolo della mostra. L’idea alla base del progetto è quella di proporre la scoperta e la riscoperta di quel SUD lontano e puro, quasi innocente… in bianco e nero che vive, e non sopravvive, tra Puglia, Basilicata, Campania, Calabria e Sicilia, a volte parallelamente, a volte confinato e/o a cornice di un altro SUD zeppo di piaghe: quello tristemente più noto. Un’attenzione visivoconcettuale dai mari alle “terre dell’osso” di cinque regioni, straordinarie di contenuti fisici e antropologici, attraverso l’uso sapiente ed emozionale dell’obiettivo e della penna. Nelle loro assolute unicità, queste terre si offrono come luoghi eccellenti per la costruzione di un importante confronto artistico con il mondo delle arti visive. “SUD – Sguardi Uomini Donne” è una mostra fotografica e, prossimamente, un racconto scritto e un film. Un diario di viaggio. Una raccolta antologica di scatti in bianco nero dalla Puglia alla Basilicata, Campania, Calabria e Sicilia. Colpi d’occhio incollati su istanti di luci e uomo (da questo il titolo). Paesaggi inconsueti, atmosfere di rarefatta bellezza, immagini cariche di storia, ma soprattutto volti e gesti preziosi di chi popola luoghi e paesi. Istanti in grado di sperimentare l’abbandono alla bellezza nel senso più classico del termine. Tratto da un lungo viaggio on the road, da paese in paese, dall’Appennino al Tirreno, dalle isole minori allo Ionio Carlos Solito indaga, assimila e interpreta nelle sue fotografie e nei suoi appunti scritti, volti, gesti e spazi di geografia, con tratti di luce ed ombre come pennellate, mettendo in moto la nostra sensibilità artistica. Soluzioni forti tra fotografia e scultura, tra immagine e simbolo, in una continua ricerca interiore, piena di nuove emozioni. Veri e propri sguardi sul paesaggio, sulle pietre antiche e, appunto, su uomini e donne.
E’ seguita la presentazione di un’altra esposizione d’arte, ITALIA151, la cui cura è stata affidata a Lucio Afeltra. Una mostra collettiva con opere pittoriche di alcuni artisti nazionali contemporanei come Elio Torriero, Gianluca Capozzi, Annamaria Gelmi, Flaminio Da Deppo, Claudia Buttignol, Michele Attianese, Cesare Serafino, Bartolomeo Migliore, Franco Massanova, Giovanni Cavaliere e Federica D’Ambrosio.
“Italia 151 Italiani contemporanei” pone l’accento sulla composita e multiforme natura del paesaggio creativo italiano contaminato da diverse provenienze. Si tratta di ricerche che attestano, oltre ad un’appartenenza territoriale, la grande vitalità immaginativa di un Paese che, a 150 anni più uno dalla sua unificazione, appare in continuo fermento, grazie anche alle possibilità offerte dalla rete, e attento alle sollecitazioni del panorama internazionale, ma pure con la nuova immigrazione dalle sponde del Mediterraneo che, modificando gli scenari culturali e immaginativi, trasforma sempre di più gli artisti da “italiani” a “mediterranei”.
Presso la sala museale del Castello Guerritore, moderato dallo stesso Carmine Pignata, prendendo spunto da uno dei più recenti progetti di Carlos Solito, l’ideazione di un cammino intitolato a Padre Pio che unisce Pietrelcina e San Giovanni Rotondo attraverso un itinerario di 565 km per Campania, Molise e Puglia, si è aperto il dibattito “Turismo Religioso e Itinerari culturali al Sud”. Al saluto del Sindaco Lullo la cerimonia inaugurale è stata affidata al maestro Conforti e alla sua giovanissima orchestra di ragazzi olivetani che hanno suonato l’inno d’Italia indossando le magliette con il numero 2895 in ricordo dell’atleta somala Samia Yusuf Omar che ha perso la vita durante un viaggio della speranza nel Mediterraneo.
L’inizio è affidato Fra Pierantonio Giovinetti, portavoce del convento dei Cappuccini di Pietrelcina e musicista che ha diretto l’orchestra durante la canonizzazione del fraticello del Gargano al cospetto di Papa Giovanni Paolo II. Alla personale introduzione su Padre Pio, Giovinetti ha marcato il concetto della centralità della fede in relazione a qualsiasi cammino. “La grandezza di Padre Pio sta nella sua umiltà e nella sua semplicità unitamente al suo essere stanziale a San Giovanni Rotondo. Nel suo percorso religioso e spirituale, denso di preghiere per Maria e pienissimo del ministero della confessione, Padre Pio non ha mai voluto e cercato platee. La grandezza di quell’uomo, di quel Santo, che ho avuto la fortuna di conoscere all’ora 21 enne, è legata al suo grande carisma, una fatale attrattiva su chi andava a trovarlo che inevitabilmente tornava e raccontava dell’umile frate di Pietrelcina”. Conclude: “San Giovanni Rotondo (dove stette per ben 52 anni), Pietrelcina e i luoghi dove egli ha dimorato e studiato durante la sua vita inevitabilmente, nel grande appeal turistico che esercitano, con la felice ricaduta economica per i locali, sono, possiamo dirlo, un vero, ulteriore, miracolo di San Pio”.
L’altro ospite illustre è un altro fedelissimo di Padre Pio, Stefano Campanella, pugliese, direttore di Tele Radio Padre Pio che ha esordito il suo intervento marcando la sostanziale differenza tra pellegrinaggio e turismo religioso contemplando, però, che il Sud tutto, in relazione ai luoghi di Padre Pio, ma anche di altri santi e luoghi mariani di rilievo, è un ottimo bacino di proposte itineranti molte delle quali non espresse come potenzialmente potrebbero, gap sui quali la politica e le amministrazioni dovrebbero porre un focus per garantire ai fedeli una dimensione fisica (monumentale e geografica) ai viaggi spirituali. La comunicazione è fondamentale per ogni turismo, per ogni pellegrinaggio anche se “l’imput” parte dal fragore della propria spiritualità e dal proprio “tasso di fede”. La comunicazione ha un ruolo chiave su come educare i pellegrini, i protagonisti del turismo religioso. Importante il ruolo della testata da lui diretta per la quale ha detto: “Abbiamo cominciato l’avventura televisiva con modestia e umiltà. È nata prima una web tv, per la facilità di accesso al sistema di trasmissione, e poi una piccolissima tv locale, quando una singolare e provvidenziale coincidenza ci ha messo dinanzi alla possibilità di acquisire un’autorizzazione concessa a un’associazione di Manfredonia, a pochi chilometri da San Giovanni Rotondo. Per noi era già tanto. Ci bastava raggiungere, col nostro segnale, gli ammalati di Casa Sollievo della Sofferenza, per donare ai degenti che non possono alzarsi dal letto il conforto della Parola di Dio e la speranza della preghiera. Poi il Signore ci ha aperto strade impreviste e imprevedibili e ora trasmettiamo su tre continenti e, in Italia, su tutto il territorio nazionale in digitale terrestre (canale 145)”. Ricordando la fama mondiale che il Santo di Pietrelcina si è conquistato, con l’andirivieni di pellegrini e turisti, attraverso una vita coerente con il Vangelo e con i carismi ricevuti dal Signore ha invitato a una riflessione sull’esercizio della preghiera, oggi molto trascurato, che è il benzene fondamentale per mettere in moto la fede e quindi la voglia di andare nei luoghi della fede. “Padre Pio pregava molto, pur avendo un’attività molto frenetica, perché era consapevole che senza il dialogo personale e intimo con il Signore il cristiano non è in grado, da solo, di trovare la forza di vivere con coerenza l’unica legge che troviamo scritta nel Vangelo: la legge dell’amore e della ricerca della stessa. Un pellegrinaggio non è quindi la ricerca dell’amore verso Dio e verso se stessi? Con questa consapevolezza, l’emittente da me diretta ha definito un palinsesto che, pur non trascurando l’informazione su quanto accade intorno a noi, ha come pilastri portanti otto momenti di preghiera (tre Celebrazioni Eucaristiche, lodi, vespri, due rosari, compieta). E siamo contenti di constatare che sono proprio questi i momenti in cui la nostra tv fa registrare gli ascolti maggiori.”
E proprio sulla preghiera e sulle coscienze che, in primis, “vanno mosse e battute come campane per riconsiderare la fede come fucina di percorsi collettivi, agli antipodi degli individualismi lesivi per la società, locale e nazionale, dall’io al noi” che ha concluso questo primo evento del Sele d’Oro il parroco di Oliveto Citra, il giovane Don Luigi Piccolo.
16 settembre 2012
Oliveto Citra (Sa)
SEGRETERIA PREMIO SELE D’ORO MEZZOGIORNO