facebook
flickr
twitter
youtube

  • Home
  • Chi Siamo
    • Storia
    • Staff
    • Michele Tito
    • Progetto
  • Il premio
    • Programma Incontri
    • Bando dell’edizione 2022
    • La giuria del Premio
    • Tutti i Premiati
  • Eventi Speciali
    • Bibliocafé
    • Smartcafé
    • SELEDOROTELLING
    • Festival teatrale
      • Cartellone 2022
      • Cartellone 2021
      • Cartellone 2020
      • Cartellone 2019 – Tracce
      • Cartellone 2018 – Tracce
      • Cartellone 2017 – Tracce
      • Cartellone 2016 – Tracce
      • Cartellone 2015 – Tracce
      • Cartellone 2014
      • Cartellone 2013
      • Albo d’Oro
    • SudShortFilms
      • Corti 2022
      • Corti 2021
      • Corti 2020
      • Corti 2019
      • Corti 2018
      • Corti 2017
      • Corti 2016
      • Corti 2015
    • Forum Project Games
    • SUD, tanto piacere
    • Percorsi formativi
    • DIEGEMA
    • Neapolitan Power
    • Demo d’autore
      • DEMO SELECTION DAYS
    • Giochi della Comunità
  • Partner
  • Sostieni
    • Sostenitori
    • 5×1000
  • Oliveto Citra
    • Come arrivare a Oliveto Citra
    • Accoglienza
  • News
    • Archivio Edizioni



Da Sud a Sud da sole a sole

NOTE DI REGIA

locandina-dasudAsudDa sud a sud, da sole a sole nasce dalla confluenza di due storie: una narrata dal drammaturgo francese Jean Luc Lagarce (scomparso nel 1995) in una sua pièce e l’altra, tratta dalla cronaca nera siciliana, l’uccisione di Lia Pipitone, giovane madre palermitana, incensurata, figlia di mafioso.

Dalla pièce francese abbiamo tratto la struttura del testo: il ritmo, le ripetizioni, i silenzi. Il fatto di cronaca, o meglio la vicenda familiare che prelude alla tragedia ha dato il colore, nel rapporto tra i personaggi ed il suono nell’usare le fluenze sonore del dialetto siculo-palermitano, più che i termini tipici.

Lagarce, ha una scrittura apparentemente piana, senza sussulti, che nel suo tipico ritmo, scandito dalle ripetizioni, sembra avvolgersi su se stessa. Una composizione di scrittura sinusoide che, nella sua apparente monotonia, nasconde un flusso di emozioni che dagli echi delle ripetizioni acquistano volume e dalla risonanza delle parole un simbolico crescendo che restituisce l’imponenza delle immagini e delle emozioni.

A sconvolgere tale ritmo la vicenda di Lia che improvvisa volge al tragico, come un inatteso temporale estivo.

Lia Pipitone, fu vittima innocente, nel settembre del 1983, di una rapina maldestramente condotta in una sanitaria di Palermo. Un fatto tragico per la non prevedibilità, la velocità del manifestarsi l’efferata violenza del suo realizzarsi. Una dinamica strana, anche in  una città a volte molto violenta come Palermo, abituata, suo malgrado, a teorie di fatti di sangue, a guerre tra potenti fazioni mafiose che nel controllo del territorio hanno trasformato la città in un vero teatro di guerra. Ma Lia era solo una madre e una moglie e l’unica giustificazione trovata fu il tragico caso. Ma la verità era diversa. Il padre di Lia, imprenditore edile di successo a Palermo, era negli ambienti giudiziari riconosciuto molto vicino ad alcune pericolose “famiglie” mafiose della città, anche se mai con ruoli organici all’organizzazione, una sorta di esperto consigliere tenuto in grande considerazione. Lia con la sua formazione culturale da anni settanta probabilmente tenne una condotta, si, irreprensibile dal punto di vista morale ma troppo “moderna” ed anticonvenzionale perché un padre di rispetto non ne temesse il contraccolpo, in una perdita di credibilità nel suo ambiente di riferimento e di potere. Da questa semplice equazione, probabilmente, la terribile verità, capace di ridare ordine a quel fatto di cronaca illeggibile ai più, mostrando la spietatezza di un ambiente, capace di sacrificare una vita per una ragion di “stato mafioso” di creontina memoria. Lia, moderna Antigone, voleva seppellire, senza rendere onore, la sudditanza morale ad un mondo in cui non si riconosceva, ripudiando la mera consanguineità come motivo supremo per tradire le ragioni della propria esistenza.

Senza voler cedere alcun primato al fatto di cronaca, seppur tragico, “da sud a sud, da sole a sole” coniuga le due vicende accostando l’equilibrio sospeso della poetica narrazione del dolore lagarciano, al lancinante e soffocato urlo di uno strappo affettivo generato da un terribile assassinio consumato sulla logica prevalente della morte come respiro di vita.

L’osmosi narrativa si basa specificatamente sui punti di contatto e di distanza tra le due vicende: nel tragico dissidio padre-figlia, e nel lento e doloroso distacco dalla memoria familiare di Lia, che più volte si era allontanata da casa senza il permesso o la condivisione dei genitori fino ad allontanarsi definitivamente a causa della morte improvvisa e tragica.

Il ritorno di cui si parla ripetutamente nella piéce, è più un’ingombrante presenza nella coscienza dei familiari di Lia, che nell’impossibile attesa di un vero ritorno, preferiscono credere ad una caduta di Lia (appena tornata dal viaggio) in un sonno profondo. Il “sonno” di Lia, più che ad un ristoratore riposo, si accosta alla stasi definitiva da talamo mortale. Il presunto rientro in famiglia volge, infatti, verso un addio, seppur contrastato dall’attesa dei familiari che si rifiutano di accettare la verità.

L’attesa, elemento caratteristico e portante della piece francese, in questa veglia al lungo sonno, ci ha richiamato l’attesa della famiglia di Lia, con l’esclusione del padre, che non può accettare la verità/soluzione dei fatti che, in maniera apparentemente inspiegabile, hanno costretto Lia ad una morte prematura.

Il padre recita il ruolo dell’ispiratore della tragedia: nel giudicare Lia nei suoi comportamenti e scelte di vita, nel condizionare la visione ed il giudizio dei familiari (madre, sorelle e marito). Il padre non interagisce con gli altri personaggi, se non nel ricordo della lite con Lia. Da egli promana la pesantezza del suo alito tragico, determinando anche le conseguenze della morte di Lia, ovvero l’attesa di un’impossibile chiave di volta della realtà. Lia è tornata, può solo dormire, ma la famiglia veglia, inutilmente e testardamente, in attesa che si svegli e spieghi ciò che ormai non potrà più esser detto.

 

Franco Bruno

Spot Premio Sele d’Oro

https://youtu.be/KSrIJuW0QOs

This message is only visible to admins.

Problem displaying Facebook posts.
Click to show error

Error: Server configuration issue

sostieni il premio sele d'oro mezzogiorno
sostenitori del premio sele d'oro mezzogiorno
5 x 1000 al premio sele d'oro mezzogiorno

Premio Sele d'Oro cofinanziato dalla Regione Campania e Comune di Oliveto Citra

Articoli recenti

  • “PONTI CONTRO MURI” – L’ELENCO DEI PREMIATI DELLA XXXVIII EDIZIONE
  • PREMIO SELE D’ORO MEZZOGIORNO 2022 PER LA SERATA FINALE ARRIVA RAPHAEL GUALAZZI
  • IL SELE D’ORO RICORDA IL PROFESSORE MARIO RAFFA
  • TALK, BIBLIOCAFÈ E SMARTCAFÈ: IL SELE D’ORO ENTRA NEL VIVO
  • ROBERTO FICO AL PREMIO SELE D’ORO PER INAUGURARE IL MEMORIALE “COLLINA DEGLI EROI”

PREMIO

  • Diventa Volontario
  • Sostieni
  • You SELE D’ORO
  • Volontari Sele d’Oro

SOCIAL

  • facebook
  • twitter
  • flickr
  • youtube

LINKS

  • Comune Oliveto Citra
  • Provincia di Salerno
  • FESR
  • Regione Campania

Contatti


Tutti i diritti riservati © 2012 - 2021 Ente Premio Sele d'Oro - Largo Rotondo, 13 - 84020 Oliveto Citra (SA) - tel.: +393341279577 - email: segreteria@seledoro.eu
Privacy Policy
Informativa Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Proseguendo la navigazione acconsenti all’uso dei cookie.Accept Privacy & Cookies Policy