Ferdinando
Note e Sinossi
Campagna napoletana, agosto 1870: rimasta vedova, la baronessa Donna Clotilde Lucanegro si è rifugiata in una villa sulla costa dove passa le giornate a letto fra rosari e medicine, “malata immaginaria” sempre in fin di vita. A farle da infermiera e dama di compagnia è Gesualda, cugina povera, inacidita dal nubilato e – si intuisce – amante di Don Catellino, prete di famiglia che tutti i giorni, alla stessa ora, ha l’abitudine di andare a bere un bicchierino al capezzale della presunta inferma. A sconvolgere lo stagnante e teso equilibrio domestico provvede Ferdinando, dalla bellezza efebica che, rimasto orfano, viene mandato a vivere da Donna Clotilde di cui risulta essere un misterioso, lontano nipote.
La scelta di mettere in scena Ferdinando è stata dettata da una nostra profonda esigenza di diffondere e far conoscere ad un pubblico sempre più vasto il capolavoro del teatro italiano degli ultimi 30 anni. Siamo fermamente convinti dell’estrema popolarità di questa drammaturgia, ma che contemporaneamente risponda ad un’esigenza di uscire fuori dai clichè di un teatro di ricerca ormai obsoleto e ripetitivo. “Ferdinando” è una grande opera popolare e allo stesso tempo soddisfacente per un pubblico sempre più attento ed esigente. La regia è a totale servizio della drammaturgia, vera protagonista dell’allestimento: la scarna scenografia e una recitazione minimalista (senza “accenti“ particolari) sottolineano una volontà di guardare e fare un vero teatro per e della gente. Ci sembra la maniera migliore per ricordare il commediografo italiano Annibale Ruccello.