Carmine Pignata sulla 29esima edizione del Premio

Memoria come futuro, il tempo e il suo fluire è una dimensione fondamentale della storia. Sant’ Agostino, nell’ XI libro delle Confessioni, si chiedeva cosa fosse il tempo, dicendosi che la realtà stessa è scandita dal presente del passato – la memoria – dal presente del presente – la visione diretta – dal presente del futuro – l’attesa. E concludeva la sua riflessione, sostenendo che: “Il tempo non mi pare dunque altro che una estensione (distensio), e sarebbe strano che non fosse estensione dell’animo stesso”. Dunque, si può osservare il tempo attraverso una realtà dinamica, che la coscienza interpreta come memoria del passato, attenzione al presente e attesa del futuro. In quest’epoca, l’attesa per il futuro non fornisce notevoli dosi di ottimismo, piuttosto il contrario, ma avendo la consapevolezza che il passato, con il suo portato di esperienza e i suoi lasciti migliori, e il presente, con la necessità di un ripensamento e di una nuova partenza, sono due elementi da impiegare a nostro favore, potremo affrontare con minore preoccupazione e maggiore speranza, proattivamente, questo itinerario verso l’ignoto.

Parafrasando il titolo di questa edizione 2013 del Premio Sele d’Oro Mezzogiorno – Memoria come futuro: il Sud, il Mediterraneo, il Mondo – e fronteggiando lo tsunami di demagogie e luoghi comuni che ci riserva la vita odierna, il futuro che vogliamo potrebbe essere “impastato” con gli ingredienti del nostro migliore passato – come stratificazione di vicende, traguardi, gioie, sacrifici, dolori, saggezza, che, in summa, sono memoria positiva – esaltando i ricordi sui quali si fondano la nostra identità e la nostra storia. Memoria di quella buona, quindi, come un vino di annata da andare a prendere in cantina – il nostro vissuto – per rendere speciale il menù del nostro farsi. Se ci pensiamo, è così: il nostro futuro, quello dei nostri figli, di coloro ai quali toccherà prendere in consegna il faldone del tempo vissuto, avrà un valore aggiunto e, a sua volta, potrà diventare un sostegno concreto per altri passi verso il futuro, solo se, come un fiume, proprio come il nostro Sele, sapremo orientarci e fluire. Guardando da dove siamo partiti, dove stiamo andando e in quale Mare arriveremo. Questo e altri dieci, cento, mille, infiniti, percorsi dovranno svilupparsi, allungarsi, incrociarsi, come ogni buona ricetta della storia suggerisce. Nella consapevolezza che essere Sud, essere Mezzogiorno, vuol dire essere Mediterraneo, che tutto unisce e niente divide – come è stato scritto – e, quindi, essere Mondo, dimensionando le aspettative per il domani alle grandezze del nostro pianeta. Il miglior modo per farlo è mettersi in viaggio, essere in movimento, mescolarsi agli altri, arricchirsi di pensieri di altre latitudini e arrivare il più lontano possibile. Proprio come noi del Sele d’Oro, che, quando abbiamo iniziato ventinove anni fa, non immaginavamo di percorrere questo affascinante viaticum anticonformista e di incontrare uomini speciali, come il grande Michele Tito, il cui lascito – quest’anno sono 10 anni dalla sua scomparsa – si conferma e si rinnova con l’entrata in scena di nuove energie vitali e di nuove personalità, disponibili a impegnarsi e a combattere per la nostra terra.
Quindi, chiunque Tu sia viandante, fermati a Oliveto Citra e viaggia con noi!
Memoria come futuro: il Sud, il Mediterraneo, il Mondo

Carmine Pignata
Presidente del Comitato Organizzatore