In un’Italia che vive una stagione politica, sociale ed economica, di complessa e preoccupante difficoltà, dal Premio Sele d’Oro arrivano puntuali, come ormai da quasi trent’anni, molti spunti di riflessione, interessanti stimoli e preziosi insegnamenti. E’ indubbio che il nostro Paese, per ritrovare un percorso di prosperità, ha bisogno, tra le tante cose, di riaffermare e valorizzare la straordinaria e variegata ricchezza del proprio patrimonio identitario. A cominciare dal suo Mezzogiorno, la cui incredibile potenzialità è stata finora praticamente inespressa. Da qui l’urgenza e la necessità dell’affermarsi di una nuova idea di meridionalismo, fondato su politiche di sviluppo che siano il mix virtuoso delle risorse e delle eccellenze presenti nel Sud, della voglia di cambiamento che emerge in modo prepotente dalle nuove generazioni, infine, dei talenti, dell’ingegno e della creatività della sua gente. Un Meridione, quindi, che diventi a pieno titolo una risorsa fondamentale della nostra Nazione. Un Mezzogiorno, moderno e consapevole, capace di porsi come ponte di civiltà, di democrazia e di progresso tra l’Europa e i popoli, le società e le economie del Mediterraneo. E’ in questa pregnante prospettiva che esprimo il mio sincero apprezzamento e doveroso ringraziamento agli organizzatori del Premio Sele d’Oro, nella convinzione che il loro meritevole, intenso e gravoso impegno rappresenti uno sprone per uno sforzo corale di rinascita e, nel contempo, un utile e significativo contributo alla crescita del nostro Mezzogiorno e dell’Italia intera, ma che costituisca anche un giusto motivo di orgoglio per la comunità di Oliveto Citra e per la Provincia di Salerno che mi onoro di presiedere.